Il governo Conte ed il Ministero del Sud
Che il sud, o meglio quello che fino alla riforma del Titolo V veniva definito Mezzogiorno anche dal testo della nostra Costituzione, sia parte integrante del decorso dell’Italia intera.
Infatti se esso viene estromesso dalle politiche di sviluppo, tutta l’Italia inizierà un lento e profondo declino; la dimostrazione tangibile sono le teorie fatte sulle locomotive e i localismi virtuosi, che hanno dimostrato l’insussistenza.
In Questo Articolo Si Parla di:
Cosa ha affermato Davanzati?
Per iniziare Davanzati fa una riflessione riguardo quanto possa influire il natale di un capo di stato con le politiche da esso apportate alla Repubblica.
Ci porta l’esempio di Aldo Moro, il quale viene definito un meridionalista nei fatti e non nelle parole; e lo fu manifestando la sua completa devozione alla Repubblica ed alla Costituzione.
Continua affermando che questo governo Conte verrà riconosciuto per gli atti che renderà leggi, per questo anche se con difficoltà preferisce non esprimersi nei confronti di un partito, quale la Lega, che ha sostenuto le politiche dei tagli del governo Berlusconi nel passato.
Egli, infatti, non riesce a trovare un compromesso tra le politiche definite “di abbandono del mezzogiorno”, le quali mirano ed un uguaglianza estesa a tutta la penisola, e le scelte leghiste che continuano a difendere e perseguire i progetti di autonomia fiscale di alcune regioni, solo perchè più ricche.
Per tutto questo il futuro di questo governo in termini di diritti per il Sud è tanto affascinante, quali saranno le priorità e l’agilità politica?
Il Divario Nord – Sud ed il risvolto in Europa
Ai giorni d’oggi affermare di che Nord e Sud siano opposizione del sistema è molto antiquato, infatti bisognerebbe concepire le varie anime dell’Italia come delle vere e proprie risorse da valorizzare; senza però scadere in discordanti campanilismi, ma più che altro avvicinarsi ad una visione unitaria.
La visione campanilistica che per anni il Nord ha avuto nei confronti del Sud si è ribaltata in un contesto sovranazionale, di fatti molti burocratici europei hanno dei grossissimi pregiudizi nei confronti dello Stato italiano.
Ed una volta insinuato il dubbio all’interno di un sistema del quale bisogna conquista la fiducia, riuscire a tirarsene fuori diventa molto difficile, quasi impossibile.
Allo stesso tempo però, andare a smontare il più grande traguardo del dopoguerra, ovvero l’integrazione europea, perchè non si ha una classe politica abbastanza competente sarebbe un rischio troppo grande da compiere.
Per questo sembra si debbano ridiscutere le politiche di austerity, così da poter rielaborale il concetto di debito virtuoso, che consiste non solo nei soldi devoluti per i processi “salva – stati”, ma anche per andare incontro ai problemi dello stato come il deficit infrastrutturale, l’Iva, il crollo degli investimenti nell’università e nella ricerca.
Strumenti fondamentali per fare in modo che lo sviluppo dei Paesi vada avanti senza intoppi, e non solo determinati Stati, alla base sta il concetto di ricomporre quel dialogo diretta tra l’università statale e la parte produttiva per fare in modo che avvenga un’innovazione tecnologica, la quale getterà le basi per un importante cambiamento.
Per avere maggiori informazioni o per richiedere un preventivo gratuito CLICCA QUI